Bagnolo del Salento, piccolo comune italiano in provincia di Lecce, si trova a nord est di Maglie, nel versante orientale della penisola salentina, ed è compreso tra i comuni di Castrignano de’ Greci, Cannole, Palmariggi e Maglie, Cursi.
La sua storia affonda le radici nell’età del bronzo e si snoda attraverso i secoli dal dominio dell’Impero Romano, all’ascesa di Bisanzio e alla dominazione normanna. Passando di mano in mano tra condottieri e ordini religiosi, francescano e olivetano, Bagnolo del Salento giunge fino ai primi dell’800 e alle leggi napoleoniche; seguirà da lì ai giorni nostri una linea di sviluppo anonima e tranquilla, comune a molti dei centri abitati del Salento, in cui l’unico punto degno di nota è la ristrutturazione urbanistica della metà del XIX secolo.
La storia e l’architettura
Come tutto il Salento, anche Bagnolo è ricco di testimonianze di un ricco passato: dai menhir preistorici ai siti termali di epoca romana, alle costruzioni religiose bizantine, fino ai ricchi esemplari del Barocco e ai palazzi signorili dell’800.
Una vacanza nel Salento può certamente comprendere una visita a Bagnolo; per visitare quanto di antico e suggestivo è rimasto a testimoniare la sua lunga e ricca storia, oltre che per godere di una passeggiata dedicata all’acquisto di souvenir artigianali e all’assaggio di specialità enogastronomiche locali.
Da non perdere, in una gita a Bagnolo del Salento, il menhir di Bagnolo, uno dei 79 presenti in Puglia. A meno di 500 metri dal centro abitato, lungo la strada provinciale Bagnolo-Cursi, si può ammirare il monolite, alto più di 4 metri, che alla base riporta incisioni di croci tipiche della "cristianizzazione" effettuata in era cristiana per cancellarne in qualche modo l’identità pagana.
Nel centro storico del paese, invece, la fa da padrone il Barocco e la pietra leccese, nella maggior parte dei casi sovrapponendosi a fondamenta e strutture bizantine, con aggiunte e modifiche più recenti; in un eclettico ma armonioso insieme.
Esempio di questa felice miscellanea di stili, prima fra tutti, la Chiesa madre di San Giorgio, ricostruita sulle fondamenta della chiesa parrocchiale del XV secolo e nuovamente ricostruita nella metà del XIX, con l'elegante facciata in stile neoclassico. Nell’interno sono ancora visibili le testimonianze del suo più antico passato e quelle del percorso attraverso i secoli, con ammirevoli opere di pittura e scultura; mentre impressiona il visitatore l’imponente organo in legno e stucco, risalente al 1700.
La Chiesa di Santa Maria dei Martiri, costruita nel XV secolo e conosciuta anche come Chiesa di San Francesco, è stata completamente ristrutturata in epoca barocca, mentre conserva al suo interno una splendida icona bizantina raffigurante la Madonna.
Ancora, la Chiesa Mater Domini: su fondamenta di epoca bizantina, fu interamente ricostruita in stile neoclassico; purtroppo vennero alterati nel restauro gli affreschi originali.
Sempre risalente al periodo bizantino, eretta dai monaci seguaci di San Basilio, la Grotta Basiliana. Si trova nella parte più a est del comune, vicino alla collina chiamata serra di Montevergine. Suggestiva, anche se non ben conservati gli affreschi che la ornavano, la grotta destinata al raccoglimento e alla preghiera è scavata interamente nella roccia e ne sorregge la volta un solo unico pilastro centrale.
L’architettura civile a Bagnolo del Salento ha la sua massima rappresentanza nel neoclassico Palazzo Papaleo e nell’annesso giardino, costruito a metà dell’800 nell’ambito della ristrutturazione urbanistica del comune. Le volte a botte e a stella delle stanze sono decorate con affreschi raffiguranti motivi floreali, figure allegoriche e finti elementi architettonici; degna di nota, tra gli affreschi, una Marina con pescatori e una scena bucolica di un gregge con il suo pastore.
Da segnalare anche il monumento a San Giorgio martire, in pietra leccese, eretto nel 1838.
Bagnolo: alla scoperta dell’artigianato e dei prodotti tipici del Salento
Bagnolo del Salento era nota un tempo per la particolare lavorazione del giunco palustre (in dialetto "pileddhu"). I giunchi subivano un lungo trattamento per seccarli senza che perdessero la flessibilità e poter con essi realizzare resistenti corde che arrivavano a 20 metri di lunghezza, chiamate in dialetto "zzuche", avvolte in matasse dette "ravagnu". Gli zzucari utilizzavano poi tali corde per intrecciarle tra loro e creare zerbini, impagliature di sedie, rivestimenti di fiaschi, fuscelle per la ricotta e altri oggetti. Questa attività era così diffusa a Bagnolo che gli abitanti venivano chiamati zzucari più che bagnolesi e il particolare modo di intrecciare le fibre, che sembra andare a ritroso, ha dato vita ad un modo di dire tipico del luogo: "vai te retu a retu comu li zzucari", per intendere che invece di progredire si torna indietro.
Oltre agli oggetti di giunco intrecciato, a Bagnolo del Salento si possono ritrovare i sapori semplici della tradizione salentina.
La "puccia", il panino alle olive farcito con sott’olio pugliesi come pasto per il digiuno alla vigilia delle feste religiose, ma anche con salumi e formaggi locali negli altri giorni. Il quataru: zuppa di pesce, molluschi, crostacei e verdure. I tanti piatti che abbinano legumi e erbe selvatiche, la carne di castrato e, soprattutto, la pasta fatta a mano, ricchie e minchiareddhi, o sagne ‘ncannulate, conditi con salsa di pomodoro e ricotta forte salentina. Ancora, i dolci tradizionali e i vini corposi da gustare nei ristoranti, nelle tipiche masserie e negli agriturismi di Bagnolo e dintorni.