Quando la passione del viaggio scorre fluentemente nelle vene, ci si ritrova a visitare luoghi e terre che lasciano a dir poco a bocca aperta. Spesso si parte per località ben rinomate che godono già di referenze, "feedback" molto positivi che si vuol comunque constatare di persona. Soddisfacente è, però, l'emozione che si prova quando si scopre che dietro ad una cittadina, località o borgo esiste non solo una lunga storia, cultura e tradizioni, ma anche delle antiche leggende e miti che la rendono ancor più affascinante ed avvincente.
Tra le diverse terre di enorme bellezza e fascino a livello mondiale, la nostra splendida penisola detiene un lembo di terra che, ogni volta che lo si visita, ci si rimane piacevolmente avvinghiati dalle continue scoperte. La città di Gallipoli sulla costa del Mar Ionio è sicuramente molto nota come località balneare e per la vita "by night" a motivo dei numerosi locali esclusivi, imprescindibili soprattutto dai più giovani. Ma probabilmente molto meno conosciuta è la leggenda che aleggia in questa stupenda meta (non solo estiva) inerente la sua origine, la sua nascita. Nel momento in cui la si conosce per la prima volta si rimane assolutamente affascinati e rapiti, tanto da essere conquistati anche da questa sua bellezza storica e culturale.
La leggenda dell’origine di Gallipoli
Sarà perché soprattutto negli ultimi anni questa perla della Puglia ha avuto un enorme risalto turistico, un'esplosione ricettiva tanto da essere messa sotto le luci della ribalta (giustamente), di Gallipoli si è voluto conoscere sempre più ogni dettaglio ed aneddoto che la riguarda. Nel corso degli anni, la semplice attenzione verso questa località marittima pugliese si è trasformata in vero amore dopo la scoperta delle storie che cela e si raccontano in merito alla sua fondazione e non solo. Una delle tante riguardante la sua origine è da gustare serenamente pronti a viaggiare con la fantasia, a visualizzarne mentalmente i protagonisti e le vicende.
La nascita di Gallipoli (leggenda vuole) sembra essere, come spesso accade, frutto di un grandissimo amore non a lieto fine. Si narra che "c'era una volta" un principe greco ormai di una certa età che decise di lasciare definitivamente la sua terra e patria alla ricerca di un bel luogo in cui trascorrere serenamente i suoi ultimi anni di vita. Quest'uomo era così tanto desideroso di lasciarsi alle spalle il suo terribile passato di combattente, così tanto stanco e fiaccato dalle decine di guerre in Grecia e alla conquista di nuove terre, che si imbarcò per un viaggio lungo il Mar Mediterraneo. Alla ricerca di un po' di pace per la sua anima, completamente solo nell'immenso mare, vagò per alcuni giorni. Il suo viaggio, però, non fu molto lungo ed estenuante perché dopo non molto approdò sulle coste italiane del Salento. Quando vi discese e vi trascorse alcuni giorni alla scoperta di questa terra, ne rimase completamente rapito e ammaliato dalla grande bellezza del territorio. Se da un lato il suo cuore fu conquistato dallo splendore paesaggistico, l'altra metà fu occupata dall'amore a prima vista per una bellissima donna che notò. Fu in quel momento che questo principe decise di vivere il resto della sua vita in questo lembo di terra e, soprattutto, di conquistare il cuore della donna così da trascorrervi il resto della sua vita in pace e amorevole compagnia.
L'intervento degli Dèi e l'approdo nella terra di Gallipoli
Ovviamente non c'è leggenda che non comporti numerose traversie e difficoltà, tanto da averne sviluppi nefasti.
La leggenda afferma che l'amore mostrato dal principe fu ampiamente ricambiato dalla donna; essi infatti si innamorarono perdutamente l'uno dell'altra.
Nel momento in cui pensavano di poter condividere il resto delle loro vite insieme "felici e contenti", fu lì che (come al solito) intervenne la Dea Venere: per i soliti sentimenti avversi all'uomo di invidia e gelosia e per vendicarsi delle numerose vite spezzate nei combattimenti, soprattutto giovani, che gravavano sulla coscienza del principe guerriero, fece di tutto per interporsi tra i due in questo amore. Il desiderio di far pagare questo scotto "morale" al principe lo dimostrò facendo calare fitte nebbie nel Salento ogni qualvolta gli amanti si davano appuntamenti amorosi.
Non solo, faceva anche scatenare forti venti di libeccio affinché, anche qualora fossero riusciti a vedersi nella nebbia, non sarebbero riusciti ad abbracciarsi a causa del vento che li spingeva lontano l'uno dall'altra.
Tutte queste avversità di origine divina che non permettevano di "concretizzare" il loro amore fecero sprofondare gli innamorati in una profonda tristezza, tanto che la bella donna si lasciò morire a causa del suo cuore infranto. Distrutto dal dolore, il principe pensò che fosse arrivato anche per lui il momento di morire: decise così di affrontare un suo ultimo viaggio in mare ma, invece di naufragare, approdò su un isolotto dal paesaggio incantevole. A questo punto decise di omaggiare quella terra alla sua amata erigendo dapprima un monumento dedicatole e pian piano una vera e propria città. A quell'epoca essa fu definita la "Città bella". Ancora oggi viene chiamata Gallipoli.