Situata a Ortelle, nella provincia di Lecce, sotto la chiesa dedicata a San Vito e Santa Marina oggi utilizzata come ossario, si trova la Cripta della Madonna della Grotta. Non si tratta dell'unica chiesa ipogea a Ortelle, ne esiste infatti un'altra riccamente affrescata. Oggi andiamo però a scoprire il motivo per cui la Chiesa rupestre della Madonna della Grotta è così speciale e assolutamente degna d'esser conosciuta.
Storia della Cripta della Madonna della Grotta, chiesa ipogea a Ortelle
Risalente al XIII secolo, originariamente la Cripta della Madonna della Grotta possedeva una planimetria formata da tre navate e tre arcate. Successivamente queste sono state modificate con l'obiettivo di aggiungere una scala e ampliarne gli interni; probabilmente per necessità funerarie o forse soltanto per potervi accogliere un numero maggiore di fedeli.
L'ingresso della Cripta è visibile dalle campagne circostanti (la chiesa si trova infatti nella periferia di Ortelle) ed è caratterizzato da un vano con due entrate dotate di volta a botte in tufo. Sulla sommità meridionale possiede poi anche un piccolo campanile a vela sempre fatto con conci di tufo.
In origine questa chiesa ipogea a Ortelle possedeva ben quattro altari. A sinistra quello dedicato a Sant'Eligio, al centro quello dedicato alla Madonna delle Grazie, a destra l'altare intitolato ai Santi Medici e, di fronte a quest'ultimo, quello dedicato a Santa Chiara che però oggi non esiste più.
Gli affreschi della Cripta della Madonna della Grotta
Proprio in corrispondenza di quello che un tempo era l'altare dedicato a Santa Chiara, è ancora oggi possibile ammirare l'affresco intitolato "Trinità degli Angeli". Difficile da datare con certezza, pare che appartenga agli inizi del Quattrocento. In passato, il medievista Cosimo Damiano Fonseca lo collocò temporaneamente nel XIII secolo, mentre lo storico d'arte Giovanni Giangreco nel XIV secolo.
Nel famoso affresco è raffigurato l'Eterno Padre con le braccia alzate verso un cielo adornato di stelle e con accanto lo Spirito Santo, due angeli e una colomba. Più in basso è ancora possibile identificare la figura di due donne che sorreggono un velo, forse la sindone. Al centro compaiono tre cerchi rappresentanti la crocifissione, la resurrezione e l'ascensione di Cristo. Il velo potrebbe essere un richiamo alla tradizione Adriatica e viene sorretto dalle due donne a cui si è cercato di attribuire un'identità. Quella a sinistra potrebbe essere Santa Caterina d'Alessandria e possiede un giglio bianco, ha in testa una corona di gemme e appoggia la mano sulla ruota del martirio; la figura a destra, invece, con il capo coperto da un velo e da un mantello rosso, con addosso una tiara e con in mano una chiave d'oro e una d'argento è decisamente più enigmatica. Si ipotizza possa rappresentare le sofferenze e il dolore di Cristo e, proprio in virtù di questo, si pensa possa rappresentare la Vergine Maria a cui, di fatto, è dedicata la chiesa ipogea di Ortelle.
Oltre al "Trinità degli Angeli", si può ancora godere di altri affreschi meno famosi ma certamente altrettanto belli e significativi. Ad esempio quello della Vergine con il Bambino, quello della Santissima Trinità, quello raffigurante San Fortunato e Sant'Eligio e i tre affreschi contenuti nei tre absidi della chiesa.
La Cripta della Madonna della Grotta risale, come abbiamo già detto, al Duecento e un tempo era completamente affrescata. Oggi rimangono purtroppo perlopiù dei residui degli affreschi di un tempo e delle loro stratificazioni, andati parzialmente perduti anche a causa dei frequenti allagamenti della piccola chiesa ipogea di Ortelle causati dalle piogge. In aggiunta a questo, anche le conseguenti muffe e tracce di umidità non consentono più di godere completamente degli affreschi che, per questo motivo, non è più possibile interpretare completamente e con certezza.
La Cripta della Madonna della Grotta e la vicina Chiesa dedicata a San Vito e a Santa Marina
Nei pressi della Cripta della Madonna della Grotta è possibile vedere anche l'affascinante Chiesa dedicata a San Vito e Santa Marina.
Questa fu edificata intorno al 1776, ma ci sono alcuni dettagli che lasciano pensare che si sia trattato di un rifacimento di qualcosa di preesistente e non di una costruzione ex novo. Infatti i suoi portici sembrano appartenere a un'epoca precedente e gli scritti sull'argomento parlano appunto di una "riedificazione".
Caratteristici di questa piccola chiesa sono i dipinti al suo interno: uno raffigurante San Vito e risalente al Settecento, un altro ritraente Santa Marina alle prese con un dragone legato a una cinghia. In entrambi i casi non si ha certezza del pittore.
Si tratta di una chiesa molto piccola posta al di sopra della Cripta della Madonna della Grotta e che è stata sottoposta a un restauro relativamente recente avvenuto nel 1987.